ARTETERAPIA: benessere e creatività

L’ARTETERAPIA è definibile come l’insieme di trattamenti terapeutici che utilizzano come mezzo principale l’espressione artistica per promuovere la salute e favorire la guarigione. “L’arteterapia unisce insieme l’arte e la terapia. Pensiamo” però “all’arte con la A minuscola, non quella dei Musei o dei grandi capolavori, non delle aste commerciali e della Storia dell’Arte. Ricorriamo all’arte per le procedure, i materiali, le tecniche e la decodifica che, da secoli, da sempre, gli artisti studiano e applicano.
Usando il termine ‘terapia’ non invadiamo il campo di altri terapeuti, né vogliamo provocare iscritti a Ordini professionali… Concepiamo questo termine come ‘percorso’ di comprensione approfondito del disagio psicologico e gestione di problematiche di esclusione. Certo, in arteterapia, è necessario avere la doppia competenza e una formazione non dilettantesca in nessuno dei due poli” (De Gregorio).
Il punto focale dell’arteterapia, infatti, non è situato nel prodotto artistico finale ma nel PROCESSO CREATIVO, nell’ESPRIMERSI, nel CREARE; quindi nell’utilizzo delle potenzialità che ognuno possiede di elaborare il proprio vissuto e di esprimerlo creativamente; nel portare fuori dagli aspetti più intimi e nascosti di sé stessi, le emozioni più recondite e spesso inaspettate, verso una maggiore conoscenza e consapevolezza.
Inoltre, nel contempo, si sperimentano e si potenziano delle abilità molto spesso ignorate e inutilizzate. In questo senso il processo creativo, al di là del contenuto e del risultato finale, è già terapeutico in sé.
I prodotti finali dell’espressione artistica, però, svolgono alcune funzioni molto importanti: sono un’ “autoaffermazione” dell’autore che può lasciare una traccia di sé; rappresentano il ricordo delle esperienze vissute in atelier durante l’esecuzione e quindi possono essere il punto di partenza per ulteriori riflessioni; testimoniano, per il terapeuta, la rappresentazione simbolica del mondo interno dell’autore e quindi uno strumento di accesso ai suoi contenuti interni e un mezzo molto valido ai fini diagnostici.
E’ questo un punto focale del percorso arteterapeutico in cui interviene la figura dell’arteterapeuta: “Rendere concreto e mostrare l’immaginario avvicina operatore e utente in una relazione profonda, rende condivisibili e riconoscibili parti di desideri, traumi, aspirazioni, inquietudini e problemi che altrimenti perturbano sopiti, incompresi. Fare arteterapia in questa prospettiva significa collaborare con il paziente per costruire un percorso, esaminando soluzioni a problemi e soggetti” (De Gregorio).
Ma quali sono effettivamente le POTENZIALITA’ dell’arteterapia e cioè in quale modo il ‘fare arte’ diventa momento di cura e di terapia?
Innanzitutto nel ‘fare arte’ esistono due peculiarità che rendono quest’attività terapeutica di per sé. E’ stato dimostrato, infatti, che una persona immersa in un’attività creativa riceve degli stimoli a livello fisico intellettuale ed emotivo tali da apportare cambiamenti organici e psichici che favoriscono i processi di guarigione. A questo l’arteterapia somma la guida competente e rassicurante dell’arteterapeuta che utilizza al meglio questi cambiamenti e ne favorisce l’impiego per determinati aspetti piuttosto che altri.
Inoltre nel ‘fare arte’ l’utente sperimenta un totale coinvolgimento in ciò che sta facendo, mettendo alla prova tutte le ipotesi che la realtà e le proprie potenzialità presentano, divertendosi, senza provare quella fatica e quell’ansia che solitamente assalgono quando si devono cercare soluzioni o prendere decisioni. In questi frangenti, infatti, si tende a rinchiudersi in automatismi o stereotipi comportamentali, rassicuranti, certo, ma che non presentano un’evoluzione. Infatti l’arteterapia favorisce un allargamento degli schemi abituali con i quali ci si relaziona con la realtà, sia esterna che interna, stimolando a prendersi la libertà di individuare, contattare e sperimentare tutte le proprie potenzialità inespresse. Questo grazie al linguaggio simbolico dell’arte che, escludendo la comunicazione verbale “mette a fuoco forme che diventano simboli comunicabili in percorsi pensati” (De Gregorio”.
Proprio questa caratteristica di utilizzare il linguaggio dei simboli rende l’arteterapia un canale privilegiato rispetto ad altre forme di terapia. Infatti il prodotto artistico rappresenta un fattore di protezione e di contenimento per l’utente e diventa un “oggetto mediatore” tra utente e terapeuta. In tal modo, pur rispettando i meccanismi di difesa del proprio intimo, l’espressione simbolica è libera; si può raccontare, tramite essa, qualsiasi cosa.
Questo fatto favorisce anche l’autoconsapevolezza e l’attivazione di risorse creative.
Pertanto l’arteterapia riesce a superare i limiti delle terapie solo verbali, poiché è molto più facile parlare di un disegno, di una poesia, di una fiaba che di sé stessi.
Quindi l’arteterapia permette a tutti di esprimere sentimenti ed emozioni inibiti o di cui è difficile parlare; di identificare e affrontare conflitti e blocchiemozionali; di migliorare la conoscenza e il rapporto con il proprio corpo; di aumentare l’autoconsapevolezza; di incrementare l’autostima e la percezione del valore di ciò che si fa; di affermare sé stesso, la propria identità e la propria individualità; di sviluppare nuove strategie di comportamento; di incrementare le capacità di relazione e comunicazione con il mondo esterno.
L’impiego dell’arteterapia si espande in ampi contesti, poiché contribuisce sia alla diagnosi che al trattamento di disagi fisici, psicologici e sociali e, soprattutto, aiuta a prevenirli.
Gli AMBITI DI APPLICAZIONE dell’arteterapia si possono suddividere in tre aree: la TERAPIA, la RIABILITAZIONE e l’EDUCAZIONE.
Per quanto riguarda la TERAPIA possiamo considerare che, fin dall’inizio (una cinquantina di anni fa), l’arteterapia si era sviluppata soprattutto come strumento di sostegno nelle cure psichiatriche per persone con disturbi psichiatrici importanti (come psicotici e autistici). Osservando come l’espressione artistica riusciva a far superare le gravi difficoltà di comunicazione di queste persone, l’arteterapia venne ben presto estesa in contesti meno gravi come i disturbi dell’umore e di ansia, nei quali si è riscontrato, grazie all’uso dell’espressione artistica, un aumento dell’autostima, un consolidamento dell’io e un miglioramento della capacità di socializzazione.
I successi ottenuti nell’ambito della terapia portarono a estendere l’uso dell’arteterapia anche al campo della RIABILITAZIONE di soggetti con danni neurologici e con handicap fisici ma senza vere e proprie patologie psichiche.
Oggi si trattano con l’arteterapia non solo i disabili ma anche i malati di AIDS e gli oncologici. Infatti l’esprimersi in attività creative aiuta queste persone a scaricare le loro emozioni e “affermando che loro, e solo loro, possono tracciare quei particolari segni sulla carta o sulla tela…hanno maggiori opportunità di conoscere sé stessi e il loro diritto di essere rispettati e di volersi bene” (Warren).
L’area dell’EDUCAZIONE è il trend più nuovo e ampio per utilizzare l’arteterapia come forma di educazione alla sensibilità, alla creatività, all’autoconsapevolezza e all’accettazione di sé. Sono innumerevoli, infatti, le situazioni in cui le persone, sia adulti e anziani che bambini, si trovano ad affrontare una “crisi” personale e sentono il bisogno di ristabilire l’equilibrio con sé stessi e con il mondo esterno (lutti, separazioni. insuccessi scolastici o lavorativi, inserimenti in case di riposo etc.).
L’arteterapia anche in questi casi può aiutare a superare i propri conflitti e a ritrovare la fiducia in sé stessi.
Inoltre, in una società in cui tutto è preconfezionato e c’è sempre meno spazio per la creatività e la fantasia -intese nel senso di esprimere sé stessi e relazionarsi con l’esterno in modo nuovo, originale e flessibile all’adattamento- e in un mondo sempre più frenetico ed eccessivamente stimolante, dove non c’è lo spazio per conoscere sé stessi e per ascoltare la propria interiorità, l’arteterapia può costituire quello spazio e quel tempo dedicato all’incontro con sé stessi, con la parte più profonda di noi, sperimentando le nostre diverse abilità e in tal modo mantenere o ritrovare un autentico benessere psicofisico.